Non preoccupatevi, nessuna dissertazione sulla reunion al vetriolo tra Al Bano e Romina, che tutti del resto attendevamo con ansia spasmodica (ammettetelo, non ci avete dormito la notte!). Semplicemente mi sono trovata, per una serie di circostanze e coincidenze, a ripensare alle favole che mio padre mi leggeva da bambina e, riscoprendole adesso, ho potuto notare che erano decisamente sui generis… Oltre ai must come “Biancaneve”, “Cenerentola” e “La bella addormentata nel bosco”, che hanno radicato nella mente di generazioni di bambine l’idea illusoria e perversa di un principe che ci avrebbe liberato da incantesimi vari e dalla schiavitù delle faccende domestiche, le favole a cui sono particolarmente legata sono di tutt’altro genere. “Il gatto con gli stivali” (compresa nelle storiche ‘Fiabe sonore’- A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar), per esempio, era una tra le mie preferite e sempre di un gatto trattava la serie di audiocassette di “Gobbolino”, il simpatico stereotipo del gattino nero di una strega che vorrebbe tanto diventare un gatto di casa. Felini a parte, il mio libro preferito in assoluto, quello che conservo come una reliquia, ormai ingiallito dal tempo e con la copertina tenuta insieme dallo scotch, è la collezione de “Il raccontafiabe” di Luigi Capuana. Continua a leggere “Nostalgia canaglia (delle favole!)”