Storia di un corpo – Daniel Pennac

Quell’ammasso di cellule, nervi, muscoli, ossa, frattaglie varie che ci appare tutti i giorni davanti allo specchio, che nascondiamo o mostriamo senza pudore, che curiamo con dedizione o trascuriamo con noncuranza, con cui volenti o nolenti ci presentiamo agli altri, quella forma talvolta aggraziata, talvolta buffa che ci portiamo allegramente o pesantemente in giro per il mondo, il nostro corpo, è il fondamento di questo libro.
Pennac, da quando ho avuto la fortuna di scoprirlo, mi riserva sempre quella piacevolezza dello stupore che deriva dall’originalità. Continua a leggere “Storia di un corpo – Daniel Pennac”

Nostalgia canaglia (delle favole!)

Non preoccupatevi, nessuna dissertazione sulla reunion al vetriolo tra Al Bano e Romina, che tutti del resto attendevamo con ansia spasmodica (ammettetelo, non ci avete dormito la notte!). Semplicemente mi sono trovata, per una serie di circostanze e coincidenze, a ripensare alle favole che mio padre mi leggeva da bambina e, riscoprendole adesso, ho potuto notare che erano decisamente sui generis… Oltre ai must come “Biancaneve”, “Cenerentola” e “La bella addormentata nel bosco”, che hanno radicato nella mente di generazioni di bambine l’idea illusoria e perversa di un principe che ci avrebbe liberato da incantesimi vari e dalla schiavitù delle faccende domestiche, le favole a cui sono particolarmente legata sono di tutt’altro genere. “Il gatto con gli stivali” (compresa nelle storiche ‘Fiabe sonore’- A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar), per esempio, era una tra le mie preferite e sempre di un gatto trattava la serie di audiocassette di “Gobbolino”, il simpatico stereotipo del gattino nero di una strega che vorrebbe tanto diventare un gatto di casa. Felini a parte, il mio libro preferito in assoluto, quello che conservo come una reliquia, ormai ingiallito dal tempo e con la copertina tenuta insieme dallo scotch, è la collezione de “Il raccontafiabe” di Luigi Capuana. Continua a leggere “Nostalgia canaglia (delle favole!)”

Raymond Queneau – Zazie nel metrò

Assolutamente anti-convenzionale, quasi al limite dell’assurdo, neologismofilo. Quest’ultimo termine, che non sono sicura esista davvero, vuole solo essere un ‘omaggio’ alla capacità creativa lessicale disseminata nelle pagine di Zazie nel metrò (solo per fare alcuni esempi, si utilizzano termini come ‘sonnivoro’, ‘telefunzionare’, ‘polizioide’) . Si rimane interdetti scorrendo i primi capitoli, è necessario adeguarsi alla traduzione che tenta di riprodurre quei guizzi linguistici presenti nell’originale francese, bisogna calarsi passo passo nella storia e farsi avvolgere dagli eventi ‘zazistici’.
Zazie è la protagonista, o meglio la co-protagonista, di una vicenda corale e solo apparentemente semplice: una bambina/ragazzina viene lasciata per un paio di giorni a Parigi dallo zione Gabriel, ammogliato e dalla professione ambigua. Continua a leggere “Raymond Queneau – Zazie nel metrò”

I cani volano basso – Alek Popov

“Da rotolarsi sul pavimento dalle risate”, recita così la frase stampata sulla copertina. E’ proprio stampata, non possono essersi sbagliati ed aver confuso questo libro con un altro, mi dico dopo aver chiuso l’ultima pagina… Come mi sono ripromessa in passato, un giorno mi cimenterò in una dissertazione sulle indicazioni fuorvianti che abbondano su fascette, pubblicità, quarte di copertina e affini… Per il momento, però, mi riferirò solo a questo testo.
“Da rotolarsi sul pavimento per le risate” presuppone che colui/colei che legge debba davvero spanciarsi dalle risate pagina dopo pagina o perlomeno avere uno di quei crampi ai muscoli del viso che ti prendono quando sorridi per un periodo abbastanza prolungato. Questa frase è stata la costante compagna della mia lettura, sebbene latitante: l’ho ritrovata solo a sprazzi, ci siamo strette la mano e poi ognuna per la sua strada.

Continua a leggere “I cani volano basso – Alek Popov”

Fabio Volo – Il tempo che vorrei

Milano. Primo pomeriggio di fine ottobre. Tram storico in una fermata nei pressi del parco Sempione. Chi sale? E’ lui?! Ma sì che è lui! Sono consapevole di avere il mio solito sorriso ebete di quando incontro una qualsivoglia celebrità (ce l’avevo stampato anche quando ho incrociato Malgioglio…) ma cerco di celarlo per evitare di mettere a disagio chi mi si è appena seduto di fronte. Fingo di guardare altrove, ma gli faccio un’accurata radiografia: i capelli effettivamente richiederebbero il miracolo di cui parla in pubblicità, ha lo sguardo perso in chissà quali pensieri, l’abbigliamento è casual chic e indossa dei calzini con righe orizzontali gialle e marroni, improponibili per chiunque, ma che nell’insieme su di lui non stonano affatto. Me l’aspettavo più alto… In ogni caso capisco che è un segno del destino. Un messaggio subliminale, ma neanche troppo…
Continua a leggere “Fabio Volo – Il tempo che vorrei”

Pianoforte Vendesi – Andrea Vitali

Avete presente quelle vecchie cartoline consunte dal tempo che tutti abbiamo ritrovato almeno una volta tra i ricordi di famiglia, con tutte le declinazioni di colore che vanno dal giallo pallido al grigio? Quelle in cui sono rappresentati degli scorci meravigliosi di località arroccate su una collina o su un lago che non riesci bene a collocare geograficamente se non ricorrendo all’aiuto della didascalia?

Sarà l’ambientazione e la dimensione temporale, ma è la stessa sensazione che ritrovo leggendo i libri di Andrea Vitali: tutti hanno un sapore antico e nostalgico e sembrano addirittura emanare un sentore di naftalina (che ad alcuni potrebbe sembrare non proprio paradisiaco, ma che io associo alla piacevole sensazione che provavo aprendo di nascosto l’armadio di mia nonna). Continua a leggere “Pianoforte Vendesi – Andrea Vitali”

La vera storia di 400 frasi celebri e modi di dire – Sabrina Carollo

Sono sempre lì, pronti all’uso, capaci di condensare un concetto altrimenti troppo prolisso: sono i modi di dire e le frasi ormai entrate nel nostro gergo comune. Ma quanto effettivamente sappiamo della loro origine, quanto del loro significato di fondo e della evoluzione che hanno subito? In questo libro l’autrice ci conduce alla scoperta di un mondo di frasi variopinto, di locuzioni adatte ad ogni circostanza, e lo fa in modo semplice e ed efficace, senza quel rigore accademico che hanno altri testi dello stesso genere. ‘In modo semplice’ si riferisce più che altro all’impostazione e non alla competenza dimostrata nelle spiegazioni, sempre precise e storicamente puntuali. La suddivisione è in 34 aree tematiche che si ricollegano al senso delle frasi, come ‘fortuna’, ‘qualità’, ‘soluzioni’, ‘potere’, etc., ognuna delle quali include esempi calzanti e una breve, ma interessante, sintesi storica.
Continua a leggere “La vera storia di 400 frasi celebri e modi di dire – Sabrina Carollo”

Un calcio in bocca fa miracoli – Marco Presta

Decisamente scorretto. E per questo praticamente adorabile, un adorabile vecchietto bastardo! Se la vostra idea di vecchiaia coincide con la rassicurante immagine di un dolce uomo canuto che se ne sta tranquillo su un divano con un plaid a discutere con la tv, beh, potete proprio cancellarla… Il personaggio di questo romanzo è decisamente agli antipodi: fuori dalle righe, contrario a qualsiasi forma di adesione alle regole base del ‘buon vivere’, refrattario a quelle che si definiscono le buone maniere.
Si dice che il passare degli anni sia direttamente proporzionale all’amplificazione dei difetti di un essere umano. Questo personaggio invece i freni inibitori non li ha mai avuti e i difetti li ha sempre coltivati a dovere. Stupisce la coerenza del suo modo di vivere, completamente votato al soddisfacimento delle pulsioni e, per di più, senza l’inconveniente del senso di colpa. Non si sforza affatto di apparire quello che non è e non ha quelle sovrastrutture che derivano dal perbenismo. Se a tutto questo aggiungete che l’anziano in questione abita nella città eterna ed è un romanaccio d.o.c., il gioco è fatto! Continua a leggere “Un calcio in bocca fa miracoli – Marco Presta”