Escape Plan Fuga dall’inferno – Michael Håfström

Eh sì, lo ammetto, ci sono cascata di nuovo: sono andata al cinema per vedere “Escape Plan – Fuga dall’inferno”, il nuovissimo film con Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger! 😀
D’altronde ognuno ha le sue fisse: io amo i film d’azione e soprattutto adoro Sly, per cui non potevo assolutamente perdermi la prima pellicola che vede i due action heroes degli anni ’80, Stallone e Schwarzenegger, come protagonisti.

Ray Baslin (Stallone) è un progettista di sistemi di sicurezza nei penitenziari americani e passa la sua vita infiltrandosi in incognito tra i detenuti negli istituti di pena del paese per poi evaderne, trovandone quindi i punti deboli.
La CIA gli affida un compito arduo: evadere da un penitenziario di massima sicurezza nel quale sono rinchiusi tutti i peggiori delinquenti del mondo, personaggi dei quali i vari stati vogliono sbarazzarsi e non sapere più nulla. Si tratta di una costruzione segreta, in un posto sconosciuto dal quale è impossibile scappare.
Baslin sarà solo, non potrà avere contatti o essere monitorato dai suoi colleghi di lavoro.
Ben presto emergerà la scomoda verità: Baslin si renderà conto che questa volta non si tratta di lavoro, qualcuno vuole incastrarlo in una prigione progettata sulla base dei suoi stessi sistemi e nella quale farlo sparire per sempre.
La vita da detenuto si prospetta molto più dura di quanto preventivato e l’unico alleato disposto ad aiutarlo nella sua impossibile impresa sarà Emil Rottmayer (Schwarzenegger appunto), detenuto austriaco tenuto sotto torchio dal direttore della prigione perché detentore di importanti informazioni in merito ad un famoso malvivente.
Baslin darà fondo a tutte le sue conoscenze per riuscire ad aggirare le misure di sicurezza create da lui stesso e sopravvivere alle angherie del direttore Hobbes (Jim Caviezel). Il colpo di scena finale è assicurato, così come la rivincita sui “cattivi”.

Questo action movie rispolvera dei grandi classici dell’azione americana: prigionia ingiusta, detenuti molto più simpatici delle guardie, direttore pazzo esaltato, esplosioni (… tante esplosioni), scazzotate (… tantissime scazzottate) e sparatorie (… tantissimissime sparatorie)! Tutto ciò dovrebbe fare di un’amante del genere come me una bimba felice e soddisfatta … purtroppo non è stato così.
La mano di  Sly nella regia e nella tessitura dei personaggi manca ed è evidentissimo!
La regia di Michael Håfström e il soggetto di Miles Chapman non riescono a dare spessore al film. La pellicola rimane un bel film d’azione, ma non coinvolge. Siamo lontani dai personaggi complessi ai quali il pubblico di Stallone è abituato.
La vita di Baslin, il dramma personale che lo porta a vivere in prigione da finto detenuto o il curioso rapporto con la collega di lavoro, sono liquidati in due tre parole, senza approfondimenti psicologici e persino la sorpresa finale è lasciata “troppo” aperta alle considerazioni personali.
Gli attori sono indiscutibilmente bravi, ma resi sottotono dalla sceneggiatura.

Ho apprezzato l’ambientazione: una prigione high tech, in una sorta di grande capannone (ricreata all’interno di una mega struttura della NASA, una volta utilizzata per la costruzione di imponenti shuttle, a New Orleans), con le celle sviluppate in altezza e con le pareti trasparenti per poter sorvegliare i detenuti continuamente. Il messaggio all’interno del penitenziario è chiaro da subito: il detenuto è padrone solo dell’aria che respira, l’uomo è completamente annullato ed è proprietà esclusiva di un direttore sadico e mediocre.
Io da un film del genere mi aspetto un mix di adrenalina e coinvolgimento emotivo, ma in questo caso ho trovato, a tratti per giunta, solo la prima. Nella prima parte del film forse si lascia troppo spazio al cervello e poco all’azione, rendendo alcuni passaggi leggermente scontati.

Tutto sommato ammetto che il film non mi è dispiaciuto, ma che sicuramente mi sarei aspettata qualcosa in più. Il merito della riuscita della pellicola, pertanto, la si deve esclusivamente a Sly e Schwarzy (nomignoli cari ai fan dei due attori), capaci di rendere nei due personaggi la forza, non solo fisica, di chi non si arrende e regalando alla storia un senso che nessun attore più giovane e prestante avrebbe mai saputo esprimere.

Genere: thriller d’azione
Regia: Michael Håfström
Durata 105 minuti
Anno 2013
Casa di produzione: Summit Entertainment, Emmett/Furla Films, Atmosphere Entertainment MM, Envision Entertainment Corporation, Boies/Schiller Film Group
Distribuzione: Distribution
http://www.sylvesterstallone.com/
http://www.schwarzenegger.com/

 

4 pensieri su “Escape Plan Fuga dall’inferno – Michael Håfström

  1. Sotto tono!
    Decisamente sotto tono! Sono d’accordissimo con te!
    Eppure diciamo che le potenzialità c’erano tutte. Sono molto d’accordo anche con quello che dici in merito alla regia: si sente davvero tanto l’assenza della mano di Sly, è tutto troppo accennato, quasi ovvio.
    Peccato! Una pellicola attesa da generazioni che mettesse insieme i due eroi meritava molto più corpo!
    Per fortuna ci hanno regalato i Mercenari 😉 .
    Un saluto.

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    1. Diciamo che è uno di quei film che difficilmente rivedi, il che è una rarità parlando dei film di Stallone (parlo da fannISSIMA, ovviamente!!:-P ). Io comunque sono in trepidante attesa dell’uscita de “I Mercenari 3” prevista per l’anno prossimo!! 😀

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  2. A sentire le interviste dei due mi aspettavo un film più introspettivo e meno di azione, vista anche l’età avanzata dei nonnetti in questione 😛 Invece a leggere il tuo articolo sembrerebbe esserci ben poco spessore emotivo. Peccato. Mi sarebbe piaciuto vedere i due in un film un po’ diverso.

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    1. Forse il fatto che Sylvester Stallone sia stato contattato solo dopo il rifiuto di Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger (come protagonista) potrebbe essere una risposta. Il taglio del film probabilmente è stato dato sulla base dei personaggi di Willis o Schwarzy: tanta azione e poca psicologia.
      Poi Arnold ha deciso di partecipare grazie alle insistenze di Sly, ma la storia comunque è rimasta invariata e poco hanno potuto entrambi nel caratterizzare meglio i personaggi

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